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Manipolazione psicologica: cos’è e come riconoscerla.

  • Immagine del redattore: valeria fregoni
    valeria fregoni
  • 23 dic 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 27 gen 2021

Immaginiamo di trovarci di fronte ad un incantatore di serpenti. Ecco, il principio è molto simile. Il manipolatore farà in modo che la sua vittima sia portata ad agire secondo i suoi voleri.

In che modo?

Attraverso:

- Spiccate abilità comunicative; le parole diventano uno strumento per raggirare, solitamente attraverso uno stile comunicativo di carattere passivo-aggressivo. Ad esempio: “Se ci tieni davvero a me, non puoi fare così.”

- Capacità di cogliere i punti deboli dell’altro per poterne fare breccia e colpire a piacimento o usarli a proprio vantaggio. Ad esempio con persone sensibili al tema dell’ abbandono, al primo episodio in cui risultano contrariati, è facile che spariscano, negando qualsiasi richiesta di contatto e confronto; l’altro si ritrova dunque di fronte ad un muro di silenzio che cercherà in tutti i modi di abbattere.

- L’altro, all’inizio, viene messo al centro del mondo del manipolatore, che lo farà sentire importante e speciale. Dopodiché proverà, via via, ad alzare l’asticella con delle denigrazioni buttate qua e là per testare la risposta dell’altro.

- Utilizza il sarcasmo per far passare parole o atteggiamenti denigratori come qualcosa di scherzoso.

- Alternanza di critiche, insulti, svalutazione a momenti di “amore” e attenzioni. - Menzogne o omissione di verità. Oppure raccontano varie versioni di uno stesso fatto, creando confusione nell’altro.

- Tendenza ad assumere il ruolo della vittima e quando non riescono nell’intento spingono l’ altro a mettere un piede in fallo per potersi poi comportare da vittime. (ad es. ti spingono ad uscire per poi recriminare di averli lasciati soli o di averli delusi).

- Tendenza a portare all’isolamento sociale o a fare interagire solo con persone che decidono loro. Queste sono solo alcune caratteristiche tipiche di chi manipola ed è molto difficile accorgersi di essere invischiati in una relazione (di qualsiasi forma essa sia, non solo sentimentale) intrisa appunto di manipolazione. Il primo passo è quello di ascoltarsi quando ci si rende conto che c’è qualcosa che non torna; di solito si tende ad ignorare e/o colpevolizzarsi, ricordandosi di tutte le cose meravigliose che il manipolatore ha fatto. Quando ci accorgiamo che qualcosa “stride” è bene provare ad ascoltare quella “voce”che in realtà, forse, ci sta dicendo qualcosa a cui dare retta. Sarebbe importante porsi una domanda “ma io sto davvero bene con questa persona?”


 
 
 

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